venerdì 4 marzo 2022

Tu chiamale, se vuoi, emergenze


Tu chiamale, se vuoi, emergenze.
Richiamalo, se vuoi, vaccino.
Chiamalo, se vuoi, lasciapassare green ma è solo l’altra faccia della parola d’ordine per entrare in trincea: con i “nostri” e contro gli “altri”.
Io non ci sto.
All’orrore delle guerre ho sempre opposto il mio rifiuto totale: a quelle contro i virus come a quelle contro i cattivi nemici da eliminare per la nostra sicurezza.
Sono consapevole che esistono infinite malattie, molte delle quali causate proprio da noi uomini che poi vorremmo “combatterle”, così come esistono in data odierna 900 conflitti bellici sul nostro pianeta. Un orrore, appunto.
Mi sono fatto processare per renitenza alla leva qualche decennio fa e sono pronto a rifarlo per renitenza ai TSO.
Non so voi ma io agli schieramenti globali non ci credo neanche un po’, soprattutto se sono il frutto di una mediatizzazione spinta.
E continuo a tener spenta la TV e a camminare per la mia strada.
In cuor mio so che non accetterò nessuna chiamata alle armi, né ora né mai, come nessun richiamo a fantomatici quanto sicuri vaccini in preparazione per l’autunno e imposti con strategie emergenziali.
L’unica vera emergenza è quella di prendere consapevolezza che questo sistema è allo sbando, che per tentare di farlo sopravvivere si mandano al massacro come sempre i più deboli, che i diritti e i valori conquistati da chi ci ha preceduto si stanno squagliando come neve al sole.
Togliamoci le maschere per favore, quelle sociali e quelle facciali.
Boli bana, diceva un signore del Burkina: è finito il tempo di fuggire.