18 ottobre
La tappa di oggi ci ha portato da
Sanguesa a Izco (22 km).
Cammino con Stephanie, Andrea e
Sergio. Passiamo dalla Foz de Lumbies e le sue gole attraversate dal fiume
Aragon. Ci sono decine di grifoni appollaiati sulle cime. Ogni tanto partono in
volo e volteggiano sopra alle nostre teste.
Giornata piena di discorsi con le
giovani ragazze e di pause nel
cammino. Sono pause gradevoli ma già da stamattina mi è stato chiaro che non
saremmo giunti a Monreal, alla meta prevista.
Faccio le mie prime foto con una
macchinetta fotografica usa e getta
Bello il Puente de Jesus - oppure
chiamato del Diablo… - e bella anche la sua storia.
Sporgersi sul ciglio del baratro che
si apre fino al fiume verde che scorre in basso è piuttosto impressionante. Tengo
le mie energie nei piedi per evitare capogiri.
Lì vicino c’è anche uno strettissimo
tunnel scavato nella roccia. Si cammina a tastoni nel buio più completo finché,
fioca fioca si comincia a intravedere l’uscita luminosa.
Alla sera, nel paesino di Izco semi
deserto, un piccolo rifugio viene aperto solo per noi e per una coppia di
tedeschi, Christa e Peter - che avevo già incontrato a Jaca - che ci
raggiungono.
Cucino la pasta per tutti e siamo
molto allegri.
Rispetto alle due compagne di
viaggio penso questo: Stéphanie è una ragazza intelligente e discreta e forse
cammineremo insieme ancora un po’. Ha solo 22 anni e devo fare attenzione.
Andrea mi sembra più scafata anche se non più matura. È nervosa e intelligente.
Non credo che faremo molte tappe insieme.
Nella notte sogno una katana, una spada giapponese e sogno di
estrarla dal fodero con abilità e destrezza. Mi risveglio con il desiderio di
praticare l’Aikido.
Stephanie
20 ottobre
Da Tiebas a…
Vento. Vento teso e fortissimo nelle
pianure dolci e ondulate.
Mentre cammino penso tanto e
liberamente.
Non sono qui per vivere piccole
avventure e sento un senso di responsabilità verso Stephanie che è così
giovane. Andrea si è fermata per un forte dolore al tendine. Non credo fosse
veramente decisa a intraprendere il cammino. L’ultima immagine che ho di lei: è
seduta su un altalena su cui si lascia un po’ mollemente ciondolare. È lì magra
e bruna che ci saluta con la mano mentre ci allontaniamo. Credo sia un po’
triste e sola ma noi dobbiamo andare avanti.
Intorno i cantieri e le cave sono
molti e ci sono camion e rumori di motori.
Ma il suono del vento è emozionante
e le poiane si librano sopra alle nostre teste lasciandosi trasportare da lui.
Ieri sera c’è stato un temporale
fortissimo accompagnato da un vento tempestoso che è durato tutta la notte. Ho
dormito bene e i sogni, di notte in notte, diventano più gradevoli. Sono molti
gli amici e le figure del passato che riemergono dai miei sogni. Vengono a
visitarmi anche personaggi che non ho forse mai incontrato prima ma che ho la
sensazione intima di conoscere benissimo…
Qualche notte fa ho sognato una
persona di una qualità particolare: magro, altissimo, diritto, con un ki
potente e un portamento maestoso e quasi divino. Scuro di pelle - africano?
- se ne stava silenzioso a
fissarmi con i suoi occhi lucenti come scintille. Lo vedo ancora bene, un po’
in alto rispetto a me, immobile su una collinetta con qualche alberello alle
spalle. La qualità della sua presenza mi emoziona ancora adesso. Nessuna
parola, forse solo il suono del vento e il suo sguardo così significativo e
luminoso. So che lui ritornerà nei miei sogni e anche che riapparirà durante il
mio cammino e nella mia vita…
Mi chiedo che cosa posso fare di
buono per Stéphanie per aiutarla a intraprendere questo lungo sentiero. Mi
sento un po’ la sua guida e non so se sono in grado di esserlo.
Tra poco giungiamo a Eunate…
Stephanie si avvicina ad Eunate. Non c’è
nessuno oltre a noi.
m
La chiesa ottogonale di Eunate mi
impressiona moltissimo! Tutto ruota così vertiginosamente intorno ad un centro
possente e tranquillo…
Fuori soffia un vento impetuoso
mentre io e Stéph ci accingiamo ad entrare.
Ci è stato detto che bisogna
osservare un certo cerimoniale prima di entrare in questo luogo sacro e ci
atteniamo con piacere… Bisogna fare tre giri in senso antiorario fuori dal
colonnato circolare e poi tre giri all’interno delle colonne. Senza pretese di
comprendere altri significati esoterici non alla mia portata osservo che questo
rituale è un’occasione per prenderci e darci il tempo di entrare non troppo
spensieratamente in un luogo così particolare.
Mi fermo ad osservare le finestre…
Di che materiale sono fatte? Marmo bianco che lascia passare la luce in
trasparenza?
Sui lati superiori della porta da
cui scegliamo di entrare - non è l’unica - due figure antropomorfe dai
lineamenti terribili e mostruosi ci fissano con le fauci minacciose e gli occhi
stralunati. Sono scavate nella pietra e si confondono con essa.
All’interno tutto è immerso in una
quieta penombra e l’atmosfera è calda. Invita alla meditazione e al
raccoglimento. La cupola centrale è grande e accogliente, le travi che la
sostengono descrivono otto fortissime direzioni: le otto direzioni
dell’Universo? La vergine Maria dietro all’altare, con Yeshua “Ego Sum” è davvero semplice e pura…
Siamo soli per tutto il tempo di
questa sosta un po’ mistica e carica di storia.