Camminare, camminare e
camminare ancora...
Lasciare l’auto molto
lontana, nella vecchia stazione ora irriconoscibile,
andare lenti fino al
paese dove hai passato l’infanzia
e da cui sei mancato per
un quarto di secolo,
cercare di riconoscerlo,
ritrovare odori e l’umido
caldo,
rivedere la vecchia,
tanto amata casa,
ancora lì, ancora rossa,
toccare il faggio,
fragile allora
quando lo piantasti,
adesso immenso,
accarezzare il giardino
incolto,
scontrarsi con il ricordo
di grandezza infinita
che si misura con i
restringimenti di oggi,
pregare dentro,
dire a voce alta ‘io ci
sono, voi ci siete?’...
Camminare, camminare e
camminare ancora...
due
passi dalle parti di San Zenone, 4/5/13
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