domenica 26 aprile 2015

Il mio Cammino di Santiago (5)

 
18 ottobre

La tappa di oggi ci ha portato da Sanguesa a Izco (22 km).
Cammino con Stephanie, Andrea e Sergio. Passiamo dalla Foz de Lumbies e le sue gole attraversate dal fiume Aragon. Ci sono decine di grifoni appollaiati sulle cime. Ogni tanto partono in volo e volteggiano sopra alle nostre teste.
Giornata piena di discorsi con le giovani ragazze  e di pause nel cammino. Sono pause gradevoli ma già da stamattina mi è stato chiaro che non saremmo giunti a Monreal, alla meta prevista.
Faccio le mie prime foto con una macchinetta fotografica usa e getta

Bello il Puente de Jesus - oppure chiamato del Diablo… - e bella anche la sua storia.
Sporgersi sul ciglio del baratro che si apre fino al fiume verde che scorre in basso è piuttosto impressionante. Tengo le mie energie nei piedi per evitare capogiri.
Lì vicino c’è anche uno strettissimo tunnel scavato nella roccia. Si cammina a tastoni nel buio più completo finché, fioca fioca si comincia a intravedere l’uscita luminosa.

Alla sera, nel paesino di Izco semi deserto, un piccolo rifugio viene aperto solo per noi e per una coppia di tedeschi, Christa e Peter - che avevo già incontrato a Jaca - che ci raggiungono.
Cucino la pasta per tutti e siamo molto allegri.

Rispetto alle due compagne di viaggio penso questo: Stéphanie è una ragazza intelligente e discreta e forse cammineremo insieme ancora un po’. Ha solo 22 anni e devo fare attenzione. Andrea mi sembra più scafata anche se non più matura. È nervosa e intelligente. Non credo che faremo molte tappe insieme.

Nella notte sogno una katana, una spada giapponese e sogno di estrarla dal fodero con abilità e destrezza. Mi risveglio con il desiderio di praticare l’Aikido.



                                                     
                                         Stephanie

20 ottobre

Da Tiebas a…

Vento. Vento teso e fortissimo nelle pianure dolci e ondulate.
Mentre cammino penso tanto e liberamente.
Non sono qui per vivere piccole avventure e sento un senso di responsabilità verso Stephanie che è così giovane. Andrea si è fermata per un forte dolore al tendine. Non credo fosse veramente decisa a intraprendere il cammino. L’ultima immagine che ho di lei: è seduta su un altalena su cui si lascia un po’ mollemente ciondolare. È lì magra e bruna che ci saluta con la mano mentre ci allontaniamo. Credo sia un po’ triste e sola ma noi dobbiamo andare avanti.
Intorno i cantieri e le cave sono molti e ci sono camion e rumori di motori.
Ma il suono del vento è emozionante e le poiane si librano sopra alle nostre teste lasciandosi trasportare da lui.
Ieri sera c’è stato un temporale fortissimo accompagnato da un vento tempestoso che è durato tutta la notte. Ho dormito bene e i sogni, di notte in notte, diventano più gradevoli. Sono molti gli amici e le figure del passato che riemergono dai miei sogni. Vengono a visitarmi anche personaggi che non ho forse mai incontrato prima ma che ho la sensazione intima di conoscere benissimo…
Qualche notte fa ho sognato una persona di una qualità particolare: magro, altissimo, diritto, con un ki potente e un portamento maestoso e quasi divino. Scuro di pelle - africano? -  se ne stava silenzioso a fissarmi con i suoi occhi lucenti come scintille. Lo vedo ancora bene, un po’ in alto rispetto a me, immobile su una collinetta con qualche alberello alle spalle. La qualità della sua presenza mi emoziona ancora adesso. Nessuna parola, forse solo il suono del vento e il suo sguardo così significativo e luminoso. So che lui ritornerà nei miei sogni e anche che riapparirà durante il mio cammino e nella mia vita…
Mi chiedo che cosa posso fare di buono per Stéphanie per aiutarla a intraprendere questo lungo sentiero. Mi sento un po’ la sua guida e non so se sono in grado di esserlo.
Tra poco giungiamo a Eunate…



                                      Stephanie si avvicina ad Eunate. Non c’è nessuno oltre a noi.


ƒm

La chiesa ottogonale di Eunate mi impressiona moltissimo! Tutto ruota così vertiginosamente intorno ad un centro possente e tranquillo…
Fuori soffia un vento impetuoso mentre io e Stéph ci accingiamo ad entrare.
Ci è stato detto che bisogna osservare un certo cerimoniale prima di entrare in questo luogo sacro e ci atteniamo con piacere… Bisogna fare tre giri in senso antiorario fuori dal colonnato circolare e poi tre giri all’interno delle colonne. Senza pretese di comprendere altri significati esoterici non alla mia portata osservo che questo rituale è un’occasione per prenderci e darci il tempo di entrare non troppo spensieratamente in un luogo così particolare.
Mi fermo ad osservare le finestre… Di che materiale sono fatte? Marmo bianco che lascia passare la luce in trasparenza?
Sui lati superiori della porta da cui scegliamo di entrare - non è l’unica - due figure antropomorfe dai lineamenti terribili e mostruosi ci fissano con le fauci minacciose e gli occhi stralunati. Sono scavate nella pietra e si confondono con essa.
All’interno tutto è immerso in una quieta penombra e l’atmosfera è calda. Invita alla meditazione e al raccoglimento. La cupola centrale è grande e accogliente, le travi che la sostengono descrivono otto fortissime direzioni: le otto direzioni dell’Universo? La vergine Maria dietro all’altare, con Yeshua “Ego Sum” è davvero semplice e pura…
Siamo soli per tutto il tempo di questa sosta un po’ mistica e carica di storia.

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